Inaugura sabato 14 settembre alle ore 17.00 la mostra “Zi e Nipote”, con opere di Mario Morigi (1904-1978) e Marino Morigi, ospitata alla Sala Mostre “Mario Bertozzi” all’interno della Rocca di Forlimpopoli.
Saranno presenti , insieme a Paola Gatti di A Casa di Paola, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e il critico d’arte Orlando Piraccini.
La mostra sarà visitabile gratuitamente il giovedì mattina e sabato e domenica dalle 17.00 alle 22.00.
Metà del ricavato delle opere in vendita sarà devoluto alla Caritas di Forlimpopoli.
Testo critico di Orlando Piraccini:
“Morigi & Morigi: ovvero Mario lo zio e Marino il nipote si ritrovano (idealmente) in questa
mostra a Forlimpopoli. Per il pubblico l’occasione (finalmente) di ammirare opere del
Morigi che è stato tra i protagonisti dell’arte romagnola del secolo scorso; e al tempo
stesso la possibilità di approfondire la conoscenza del più giovane Morigi che
nell’ambiente familiare ha di sicuro maturato (tra discendenza e alterità) una naturale
propensione per la narrazione visiva.
Lunga e costantemente vivace è stata, questo ben si sa, la vita d’artista di Mario Morigi.
Nato a Cesena nel 1904, appena ventenne apre uno studio d’arte e di lì a poco allestisce
la sua prima mostra. Fin da subito manifesta una particolare versatilità creativa. Mario
dipinge, disegna caricature, fa ceramica, scolpisce. Come pittore avverte un qualche
richiamo cubisteggiante, prima di risentire (pure nella scultura) dello stile di “Novecento”.
Nell’immediato secondo dopoguerra Morigi inizia il ciclo paesaggistico che gli renderà
fama come “il pittore dei pagliai” oltre i confini romagnoli. Tra gli anni ’60 e ’70 esegue una
mirabile serie di opere, recentemente riscoperta: marine, scorci collinari, periferie urbane,
complessi industriali, nature morte, immagini forti di matrice surrealista. Notevole è pure la
produzione plastica ispirata al tema sacro. Come autentico testamento artistico di Mario
Morigi può essere considerata La grande Pietà eseguita per l’Ospedale di Mercato
Saraceno cinque anni prima della scomparsa nel 1978.
Questo è, a grandi linee, lo spazio creativo al quale si richiamano le opere del Maestro
esposte nella Sala Mostre di Forlimpopoli nell’occasione della pubblica presentazione
della pittura di Marino Morigi. E qui, è chiaro, sui due pittori e i loro dipinti sono da
trascurare processi di comparazione e confronto dagli esiti peraltro sicuramente
improbabili. In tema di tramandi si può solo osservare che forse proprio l’ “ultimo Mario
Morigi”, quello nel quale il vero si è manifestato pittoricamente come visione, come sogno,
come fantasia, può avere agito fin da subito come richiamo per Marino Morigi e per il
determinarsi della sua pittura di racconto.
Poi certo, il visitatore con occhio attento può pure provare a ritrovare certi dettagli, di
quadro in quadro, e dell’uno e dell’altro pittore: ad esempio nel dipinto di Marino che fa da
manifesto alla mostra, come non notare le scansioni cromatiche tra spiaggia e mare, e
quelle virgole alate nel cielo, così tipicamente del Morigi maggiore. Dettagli, appunto. Ciò
che qui conta è il senso che s’avverte di una grande pittura che persiste e che pure si
rivela generatrice di immagini nuove. Dallo zio al nipote, appunto.”